9 maggio, Giornata della Memoria delle vittime del terrorismo

Oggi 9 maggio ricorre la giornata in memoria delle vittime del terrorismo. È stata per me una grande emozione partecipare questa mattina con la ‘Fondazione Vittorio Occorsio’ alla cerimonia che si è tenuta al Quirinale alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme ai familiari delle vittime. Il magistrato Vittorio Occorsio, la cui barbara uccisione per mano del terrorismo nero ricordiamo ogni anno il 10 luglio, come per molti altri servitori dello Stato caduti sotto la violenza di gruppi antidemocratici.

Voglio legare questo evento e il ricordo grato di tutte le vittime del terrorismo di ogni colore politico alla data di oggi che ritorna ogni anno, densa di valore e significato. Oggi, 45 anni fa, il duplice anniversario del ritrovamento di Aldo Moro e dell’assassinio di Peppino Impastato. Due uomini diversi e distanti non solo geograficamente, ma per le loro idee politiche, moderato e personalità politica di spicco l’uno, attivista l’altro che si impegnava attraverso il giornalismo a raccontare una realtà scomoda. Nella loro diversità sono due volti quasi complementari: del parlare e dell’agire chiaro nonostante i rischi in una lotta decisa contro la corruzione, il malaffare, l’idolatria del potere che serve pochi e non la gente comune. È giusto ricordarli oggi, non per ripetere un rito, ma per ricordarci i valori di giustizia e verità, quelli che hanno preservato la loro memoria nonostante i tentati revisionismi. Grazie quindi a loro e a quanti hanno sacrificato la loro vita, diventando pilastri di impegno civico e politico, democrazia, coraggio e passione.

Con le parole del Presidente Sergio Mattarella: “Quante esistenze distrutte, quante vite sottratte, quanto sangue e quanto dolore sparso in nome di ideologie disumane e respinte dalla storia! Queste vittime parlano a tutti noi, parlano ai nostri giovani, sollecitandoli a fare delle istituzioni il luogo autentico del confronto politico, a non lasciarsi accecare dall’odio né tentare dalla violenza per imporre le proprie convinzioni”.

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