Ennesima brutta figura alla Camera sulla parità di genere. I tre emendamenti di ieri, che riguardavano l’alternanza di genere nella composizione delle liste, l’obbligo di alternanza uomo/donna nelle capolistature e il limite del 60% per lo stesso genere in posizione di capolista, sono stati tutti BOCCIATI a scrutinio segreto. Sia chiaro che i suddetti emendamenti non riguardavano la tutela di una minoranza, che, caso strano, pare sia anche la parte più numerosa della popolazione mondiale, né corsie preferenziali per far entrare le donne all’interno delle stanze di bottoni. La battaglia per la democrazia paritaria è di civiltà, non di parte, condivisa trasversalmente dalle donne dei vari schieramenti politici in Parlamento. Una battaglia con una sua dignità e specificità, che non deve essere terreno di scambio e strumentalizzazioni da parte di vari gruppi all’interno degli stessi partiti. Ora ci auguriamo che a questo ennesimo “incidente di percorso” si possa rimediare, intervenendo in Senato, magari questa volta con un voto palese.
Giulia