L’amore non uccide. L’amore non brucia e non perseguita. Non spara e non colpisce. L’amore è fatto di libertà. Ma questa libertà non vale per tutti. La scelta di chiudere una storia, di dire basta, può costare la vita a una donna e qualche volta anche ai suoi figli.
Non possiamo abituarci, o restare indifferenti: smettere di chiamare la violenza questione privata è stata una conquista politica, frutto di battaglie che hanno portato a leggi importanti.
Ma non basta: serve l’impegno di tutti, nessuno escluso, per far uscire gli abusi dalle case e dalle strade.
Roma vuole tornare ad essere una comunità e vincere la sfida contro la violenza. Si può fare, potenziando l’azione educativa essenziale alla prevenzione, rafforzando la rete dei servizi territoriali che assicurano assistenza e sostegno alle vittime, garantendo la formazione di tutte le professionalità che affrontano ogni giorno la violenza. Solo un’azione che integra il lavoro delle istituzioni, delle associazioni e dei cittadini può vincere la scommessa.
La libertà delle donne è misura della civiltà di un paese. Ed è per questo che domani, in molti Municipi di Roma, dipingeremo delle panchine di rosso. Per non dimenticare, per ricominciare da qui.