In Campidoglio abbiamo presentato in questi giorni un bando per realizzare progetti di formazione nell’ambito dell’educazione affettiva per ragazzi e ragazze di 15 scuole secondarie di I grado di Roma. Fa sorridere la polemica scatenata dalle opposizioni che si precipitano a parlare per l’ennesima volta della fantomatica quanto mai esistita “teoria gender”. Sono anni che vediamo quotidianamente nelle scuole atti di bullismo, discriminazioni verso le bambine e le ragazze, omofobia e manifestazioni di disagio sociale e mentale.

Oggi i numeri della violenza contro le donne non sono più aggirabili. Ogni 72 ore in Italia viene uccisa una donna, nella maggior parte dei casi da un uomo che dice di amarla. Nei giorni scorsi addirittura una sentenza ci ha ricordato quanto la violenza contro le donne sia radicato nella nostra cultura. Con questa iniziativa, l’amministrazione di Roma Capitale vuole investire sull’educazione, ponendo le basi per quell’azione di prevenzione, riconosciuta da tutti come necessaria, come fanno anche tanti paesi europei.
Se ogni giorno le istituzioni sono accomunate dallo sdegno, dobbiamo tradurre le nostre parole in azioni concrete, che non possono più essere ostacolate da pregiudizi ideologici. Che l’educazione al rispetto delle differenze parte dalla scuola, è un presupposto sul quale dovremmo tutti essere d’accordo.
Mi fa sorridere quindi questa polemica, perché proprio ieri il Ministro Valditara, che di formazione dovrebbe occuparsi, ha presentato i nuovi programmi per i nostri ragazzi, prevedendo percorsi specifici sulla fertilità. Invece di trovare e partire da un terreno comune, al fine di contrastare nel profondo ogni forma di violenza, si continua a cercare lo scontro di parte. É esattamente quello che non vogliamo nella Capitale e per questo faremo la nostra parte.