La proposta di delibera di Pd-Sel-M5S-Cd dovrà passare il parere tecnico degli uffici capitolini e poi in aula. A disposizione la Sala Rossa per la cerimonia. Sarà unico per tutti i Municipi.
A breve anche Roma potrebbe avere il suo registro delle Unioni civili. E’ pronta, infatti, ed è già arrivata negli uffici capitolini per un primo parere tecnico, una proposta di delibera che riguarda sia omosessuali sia eterosessuali. A sottoscriverla congiuntamente sei consiglieri capitolini di Pd, Sel, Lista Civica Marino, Movimento Cinque Stelle e Centro democratico, prima firmataria Imma Battaglia di Sel. Per la cerimonia Roma Capitale metterebbe a disposizione “i locali di propria pertinenza generalmente adibiti alla celebrazione dei matrimoni civili”, come, ad esempio, la Sala Rossa del Campidoglio.
Nel testo condiviso dalle diverse forze politiche, il regolamento esordisce così: “Per Unione civile si intende il rapporto di reciproca assistenza morale e materiale tra due persone maggiorenni, dello stesso sesso o di diverso sesso, che non siano legate tra loro da vincoli giuridici e che abbiano chiesto l’iscrizione all’interno del registro delle Unioni civili”. Si propone dunque l’istituzione “all’interno dell’anagrafe comunale, un registro delle Unioni Civili che sarà unico per tutti i Municipi di Roma Capitale”. Per far richiesta di iscrizione almeno una delle due persone deve essere residente a Roma. “I soggetti iscritti – si legge nel testo – potranno beneficiare delle agevolazioni, dei benefici e, in generale, saranno soggetti alle medesime disposizioni previste dagli atti e dalle disposizioni di Roma Capitale, degli assessorati e degli Uffici competenti per i soggetti coniugati”. E ancora: “Roma Capitale mette a disposizione di chiunque ne faccia richiesta i locali di propria pertinenza generalmente adibiti alla celebrazione dei matrimoni civili, per lo svolgimento di una ‘cerimonia di iscrizione al registro medesimo alla presenza di un ufficiale di stato civile o delegato del sindaco, il quale dovrà rilasciare, all’atto della registrazione, l’atto di iscrizione al registro'”.
“Contiamo di portare la delibera sulle Unioni Civili in aula entro fine novembre, o comunque entro l’anno per poter celebrare degnamente l’unione di tutte le coppie gay ed etero, anche nella Sala Rossa in piazza del Campidoglio. C’è già una coppia di amici, Antonio e il suo compagno, in attesa dell’approvazione per poter festeggiare la loro unione in questo posto prestigioso”, ha detto la consigliera capitolina di Sel Imma Battaglia, tra i firmatari della delibera condivisa per l’istituzione del Registro.
La delibera, dopo il parere tecnico degli uffici capitolini dovrà passare per le commissioni consiliari e solo dopo giungerà in Aula Giulio Cesare. “I tempi dipendono dagli uffici, ma se anche la commissione darà un parere positivo non ci saranno problemi. Sono certa che al massimo entro l’anno arriverà in aula – dice la vice-capogruppo del Pd Giulia Tempesta – Io sono molto contenta perché è uno dei più importanti passi che facciamo come amministrazione, un segnale di cambiamento che viene dal Consiglio, con il supporto dell’assessore Cattoi, dopo un periodo in cui non se ne poteva nemmeno parlare”.
Riccardo Magi, radicale, della Lista Civica Marino spiega: “Il prossimo step sarà l’esame nelle commissioni statuto e regolamento e diritti e legalità. Contiamo in ogni caso di farla arrivare in Aula Giulio Cesare prima della pausa natalizia, forse anche prima del bilancio, ma sarà dura… Abbiamo integrato facilmente le diverse proposte”. E Virginia Raggi del M5S gli fa eco: “Se riusciamo a portarla in Aula prima del bilancio ben venga, diversamente credo che da qui a dicembre si chiuderà. Mi sembra che i proponenti siano abbastanza compatti: abbiamo fatto un buon lavoro di integrazione delle nostre proposte e questo succede quando si superano i particolarismi delle diverse opinioni politiche e si guarda all’obiettivo. Dal prossimo anno mi auguro che a Roma, anche grazie al registro delle Unioni civili, mi auguro ci sarà un maggiore rispetto per le persone”.
Articolo tratto da La Repubblica del 7/11/2013