25 novembre

Oggi nella Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, più di ogni altro giorno, leggeremo, ascolteremo, parleremo di numeri, sempre più in aumento, ricorderemo donne barbaramente assassinate, troppo spesso per mano di un loro compagno, familiare, amico. Parteciperemo attivamente a tante iniziative, giornate come questa nascono proprio per questo, riflessione e memoria sono importanti tanto quanto la rivendicazione di battaglie che le donne con forza hanno portato avanti negli anni.

Ma la violenza sulle donne riguarda tutti, non è un fatto privato. Quando ci dicono che non siamo all’altezza, che dobbiamo stare al nostro posto, che non capiamo, quando insinuano chissà come siamo arrivate ad occupare quella posizione nel lavoro, che vestite “in quel modo” non dobbiamo proprio uscire, che forse è il caso che la sera stiamo a casa, che sì siamo brave, ma il 27 del mese ancora troppo spesso lo stipendio che portiamo a casa è inferiore a quello di chi ci sta accanto. La violenza subsodola, quella verbale e psicologica si insinua e consuma. Per non parlare del ricatto ignobile della violenza economica che riguarda tante donne che non possono scegliere tra il lavoro e la famiglia. La colpa è di chi abusa e annienta, mai della vittima. E il linguaggio, a partire dalla stampa e dai giornali, deve fare la sua parte.

Noi partecipiamo, ricordiamo, riflettiamo e combattiamo. Oggi, come ieri, domani, ogni giorno.

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