E’ la Giornata Internazionale dei Diritti della Donna. Basterebbe definirla “solo” così, per capirne tutto il significato. Una giornata per ricordare le lotte e gli sforzi fatti dalle donne per la conquista di diritti negati, questo il significato più profondo.
E allora oggi in particolare voglio ricordare e sostenere le donne ucraine che lottano e resistono da più di un anno contro una guerra ingiusta e vergognosa, le donne iraniane intossicate e avvelenate, colpevoli di voler studiare e frequentare le scuole, le donne afghane, morte con la colpa (a detta pure di importanti ministri italiani) di raggiungere un porto sicuro per sé e i propri figli. Proprio ieri in Aula Giulio Cesare abbiamo approvato una mozione per l’adesione di Roma Capitale alla campagna, promossa dall’Anci, per dedicare le celebrazioni dell’8 marzo alle donne afghane e iraniane. E ancora quante nel mondo continuano a subire violenze, carnali, psicologiche ed economiche di ogni tipo o a essere discriminate e spesso sottopagate nel mondo del lavoro e nell’accesso alla carriera o nella scelta di essere madri.
Roma è al fianco delle donne, sempre. Stiamo proponendo e portando avanti azioni importanti, come ad esempio la realizzazione del ‘Bilancio di Genere’ o la presentazione di azioni di contrasto della violenza di genere, prevedendo di devolvere per questo circa ottocentomila euro, corrispondenti al 3 per cento delle entrate comunali determinate dalle sanzioni. La prima azione riguarderà la diffusione di ottomila targhette, su altrettante panchine della città, riportanti il numero 1522 per le donne vittime di violenza o stalking.
Oggi l’Italia ha una donna premier, Giorgia Meloni, segno che qualcosa sta cambiando. Il Partito Democratico, principale partito all’opposizione, ha eletto una segretaria, Elly Schlein, segno che qualcosa sta cambiando. Basta? Ovviamente no.
Non basta che ne arrivi una, devono arrivare tutte e giornate di questo tipo servono alla riflessione e alla mobilitazione per la tutela della libertà, dei diritti individuali e per l’autodeterminazione di tutte. Per far sì che finalmente diventi patrimonio universale di TUTTI, non solo di TUTTE!