Ricorre oggi una giornata particolarmente significativa, la Giornata Internazionale contro la violenza sulle Donne.
Era intenzione di tutte le Consigliere elette convocare un consiglio straordinario per approfondire il tema della violenza sulle donne e per valutare alcune proposte che avremmo voluto sottoporvi, ma a causa dei tempi stretti per l’approvazione del bilancio, siamo state costrette a posticipare questa iniziativa.
E’ per questo che le donne della maggioranza, oggi, in aula indossano un indumento di colore rosso, mentre i nostri colleghi hanno un fiocco rosso appuntato sulla giacca.
E’ compito di tutte le Istituzioni celebrare questa giornata per scuotere la coscienza civile di tutti, per accrescere la conoscenza di un fenomeno odioso come la violenza sulle donne e per intervenire con ogni mezzo affinché venga prevenuto e contrastato.
Questo fenomeno sta assumendo i connotati di una vera e propria emergenza sociale. L’Istat ha stimato, nel suo ultimo rapporto, che circa 7 milioni di donne tra i 16 e i 70 anni, in Italia, hanno subito una violenza fisica o sessuale nel corso della loro vita.
Parlare di violenza generica e occasionale è del tutto anacronistico: siamo di fronte a una situazione drammatica che ha tratti ben definiti.
E ben più allarmante è il dato che riguarda le denunce: solo il 3% delle donne che hanno subito violenza intraprendono azioni giudiziarie.
Occorre poi sottolineare che la violenza di genere è soprattutto domestica e avviene ad opera di familiari e conviventi: nel 50% dei casi l’autore della violenza è un marito o un partner.
La violenza fisica, oltretutto, non è altro che la punta di un iceberg di una violenza psicologica che la ingloba e la acutizza.
Una violenza fisica, infatti, non può che essere la conseguenza di una violenza psicologica continua e perpetrata costantemente nel tempo in cui la donna subisce anche un distacco dalla propria indipendenza sociale.
Per questo, la politica e le istituzioni non possono rimanere semplici spettatori. Servono azioni immediate e concrete.
E’ necessario lavorare principalmente sulla prevenzione e sull’informazione, proponendo un nuovo modello culturale che sappia riconoscere la libertà e il rispetto reciproco tra uomini e donne.
Senza una convinta azione che va a incidere sulla cultura della persona, nessuna forma di repressione potrà mai essere efficace ed esaustiva nella lotta alla violenza sulle donne.
E’ di fondamentale importanza lavorare fin da subito con i giovani promovendo iniziative nelle scuole e in tutti i luoghi di aggregazione.
E in tal senso, voglio ricordare che il mese scorso l’Aula Giulio Cesare si è espressa approvando all’unanimità una mozione che va in questa direzione.
Abbiamo voluto dare, fin da subito, un segnale forte su questo tema.
Senza dimenticare, inoltre, le molteplici attività che l’amministrazione comunale svolge in collaborazione con le associazioni, che, proprio per questo, vanno sostenute ulteriormente per garantire il proseguimento della loro azione.
Un plauso spettaanche alla Giunta regionale che ha scelto oggi di investire un milione di euro per potenziare e diffondere sul territorio iniziative anti violenza.
Sono stati fatti numerosi passi avanti anche in ambito nazionale e internazionale nella battaglia contro la violenza sulle donne.
La sottoscrizione della Convenzione di Istanbul da parte del Governo, il recepimento della direttiva Europea che garantisce la tutela delle donne vittime di reati e l’approvazione del Decreto Legge 93/2013 da parte del Consiglio dei Ministri contro il femminicidio, il cyberbullismo e lo stalking, sono un sostanziale passo in avanti.
Ma probabilmente, anche alla luce degli ultimi dati, non è ancora sufficiente.
Roma Capitale, insieme alla Regione Lazio, è impegnata in prima linea nella campagna di sensibilizzazione “Noino.org”.
E’ stato davvero emozionante ieri sera, arrivare qui e poter ammirare la facciata del Campidoglio illuminata di rosso per celebrare questa giornata.
Sono convinta che sia di fondamentale importanza attivare delle campagne di informazione attraverso tutti i canali di comunicazione disponibili, affinché le vittime siano in grado di essere informate su come e dove ricevere assistenza.
Quel dato che citavo prima, quel 3% di donne che denunciano e portano avanti una battaglia per combattere la violenza subita, deve crescere esponenzialmente.
A volte è proprio questo silenzio, dettato sia dalla paura che dalla scarsa informazione, ad aggravare le situazioni e a portarle, troppo spesso, a conseguenze estreme.
Serve dunque uno slancio a livello nazionale affinché la legislazione attuale venga modificata inasprendo le pene per chi commette una violenza contro le donne.
Per questo chiedo al Sindaco, la cui sensibilità verso questo tema è nota a tutti, di farsi portavoce di queste istanze presso il Governo.
A livello locale, invece, propongo di organizzare al più presto un incontro pubblico, assieme alla Commissione delle Elette, con tutte le organizzazioni e le associazioni che operano sul territorio per costruire una piattaforma comune che, attraverso un percorso condiviso e partecipato, possa programmare azioni e iniziative per debellare questo fenomeno che non smetterò mai di definire odioso.
Giulia