Perdonatemi, non sarò breve in questo post e nemmeno troppo tenera. In questi giorni stanno circolando le più diverse analisi e interpretazioni sui fatti che riguardano la vicenda di Piazza Navona. Alcune davvero surreali. L’inizio di questa storia va ricercato qualche mese fa, quando la Soprintendenza capitolina (che può molto in questa città soprattutto in fattore di divieti e obblighi) redige una nota con la quale dà alcune indicazioni su Piazza Navona che l’amministrazione deve prendere in considerazione, come quella di ridurre i banchi del mercatino da 115 a 72.
Come ‘funzionano’ i mercatini e quindi anche quello di Piazza Navona? L’amministrazione redige un bando, a cui gli operatori interessati possono partecipare, dovendo rispettare nero su bianco i punti richiesti. Alla scadenza del bando, una commissione viene chiamata ad analizzare tutte le richieste arrivate e infine a far uscire una graduatoria. In questo caso, la graduatoria uscente consente agli operatori arrivati ai primi 72 posti (quelli permessi dalla nota della Soprintendenza) di ritirare la licenza e di posizionare il proprio banco all’interno della piazza per tutto il tempo consentito, quello delle vacanze natalizie. Nel corso del tempo si è spiegata questa “nuova” situazione, si sono fatte commissioni al I municipio, ci ha lavorato la giunta, la Presidente, si sono incontrati gli operatori, i quali alla fine hanno deciso di non ritirare le licenze e di alzare la gazzarra, perché, a loro avviso, le nuove regole della Soprintendenza non andavano bene.
Se fosse rimasta una protesta civile, per quanto mi riguarda, sarebbe anche andata bene, il diritto a manifestare è legittimo. Invece no. La protesta degli operatori in piazza si è rivelata a tratti violenta e le minacce che hanno ricevuto la Presidente del Municipio Sabrina Alfonsi e il suo vice Jacopo Emiliani sono incommentabili. Sì, perché per chi avesse bisogno di capirlo meglio, alcune delle persone che per anni hanno venduto cioccolate e caramelle ai bambini di questa città sono le stesse che hanno anche minacciato (pubblicamente e non) di morte (sì, DI MORTE) gli amministratori del municipio, rei di aver svolto un lavoro e aver rispettato le regole volte solo al decoro del centro storico. Questo è il punto, questa è la verità.
Nessuno ha vietato ai 60 operatori che hanno vinto il bando di ritirare le licenze. Quanti in questo momento affermano che si è perso lo spirito natalizio dovrebbero leggere queste righe e pensarci meglio prima di puntare il dito. L’amministrazione in queste ore è al lavoro per evitare che la Piazza rimanga vuota, ci saranno spettacoli per grandi e piccini, se servirà andrò io stessa a distribuire caramelle vestita da Babbo Natale (a mie spese, a scanso di equivoci) e sono sicura che molti altri verranno con me. Questa è la storia vera. Prima di dire che il I municipio e il Sindaco di Roma hanno rovinato il Natale in questa città bisogna sapere bene come stanno le cose. E spero davvero che in molti adesso cambieranno idea.